martedì 9 luglio 2013

Il Portogallo

Pare che il Portogallo sia entrato nel grande gioco della scarsità... non se ne parla ma se ne parlerà.
Sarò più preciso in seguito, non temete.

venerdì 5 luglio 2013

Attenzione: deriva energetica in atto

Lo so i post stanno prendendo una deriva energetica, ma è più forte di me. Tra qualche post torno ai miei scazzi, ma per il momento è così.
E poi, non avendo alcun lettore posso fare un po' tutto ciò che mi piace.

Questo link è dedicato a tutti coloro che pensano che la tecnologia (detto con voce cavernosa) ci salverà.

http://www.guardian.co.uk/environment/earth-insight/2013/jun/21/shale-gas-peak-oil-economic-crisis

Ma a noi che ce frega, c'avemo er Caspio!

Nel Nabucco o nel South Stream (sono due gasdotti di cui si blatera da tempo e che dovrebbero portare a casa nostra il gas del Caspio) invece le cose vanno meglio.
Seee. L'homo technologggicus (con tre g) denoaltrorum (quello che pensa che lo smartphone sia barattabile con l'energia e non un suo sottoprodotto, che "tanto la tecnologia ci salverà", che confonde Facebook con Internet) non ha ancora capito che i tubi hanno un senso a patto che sia qualcosa che li riempia.
Anche in questo caso il giochino è immediato.
Prendiamo l'Azerbaijan per semplicità:



A naso:
1. Plateau da 2-3 anni sul gas, che mi puzza di crollo sui giacimenti giganti
2. Picco del petrolio nel 2010 con diminuzione (iniziale, poi peggiora...) del 5,6 anno su anno. Importatore nell'arco di due anni, leggo io.

Per quel che riguarda il titolo del post mi pare tanto la frase di risposta di un boss camorrista a un aiutante che gli faceva notare come inquinare le campagne significava inquinare le falde idriche e quindi l'acqua potabile:
"E che ce ne frega, ci beviamo l'acqua minerale!"

A domani per altri miracolosi salvataggi...

Ah, l'Egitto

A proposito del paese dei Faraoni e delle rivolte improvvise che vi si verificano, ho da far riflettere sul seguente grafico:

Mostra, in estrema sintesi, il perché accadono le suddette rivolte. Si è passati da una condizione di leggero export petrolifero (con i soldi dall'estero e i sussidi che ciò comporta) a un import netto con peak oil intorno agli anni 90 (aveva ragione Hubbert...).
Ah si... ma tanto l'Egitto ha il gas. Sempre meno vero. Basta dare ascolto ai segnali provenienti da quel fronte:


Il gas pare esserci ancora (anche se sempre meno, con picco intorno al 2005 e sinistre notizie di 15 impianti recentemente chiusi per mancanza di... gas e il Quatar che organizza delle gasiere per il soccorso estivo verso il paese amico) ma il consumo è in crescita esponenziale, probabilmente per switch da petrolio. Non occorre essere Celente per affermare che, anche per il gas, l'Egitto sarà diventato un importatore netto nell'arco di 2-3 anni, se non prima.

A questo punto facciamo un gioco facile facile. Who's next?
Andando a zonzo si trova che un candidato assai probabile è... l'Indonesia. Cerchiamo di capire perchè con tre immagini assai significative:




Si deduce che:
1. Per il petrolio l'Indonesia è ormai un importatore netto
2. Si sta riversando sul carbone
3. E' in picco sul gas con consumi crescenti (switch da petrolio)

Vogliamo aggiungere che ci sono circa 238 milioni di bocche da sfamare, risorse naturali (es. foreste) ricorrentemente in crisi per sovrasfruttamente e incendi?
2 anni? O l'opzione nucleare via Pakistan / Iran?



giovedì 4 luglio 2013

Distopia e Governo delle cose

Resto sospeso tra il complesso del foglio bianco e la voglia di esprimere tutte le emozioni e il vissuto che mi sento dentro.
Il primo post rappresenta un patto con i miei (assai meno che) venticinque lettori. Il blog rappresenta un momento assertivo, nel senso che su esso si scrive tutto ciò che siamo costretti a negare od occultare nel mondo reale. In questo senso tollererò la scrittura di:
1. Parolacce
2. Vaccate varie
3. Pezzi di mia realtà che giudico di nessun interesse per il lettore tipo
4. Vaneggiamenti, Delirii & co

Cominciamo subito.

Sono indeciso tra l'Egitto e un libro che mi è rimasto impresso. Opto per il secondo argomento per un semplice calcolo di interesse (dell'Egitto avevo pensato, in tempi non sospetti, ciò di cui adesso si parla tranquillamente).
Parliamo di distopia, il contrario dell'utopia.
Non voglio tediarvi con 1984 di Orwell (che ho deciso di rileggere per la settima volta), né di 451 di Bradbury ma di Huxley, Il Mondo Nuovo, che esorto a leggere chi ancora non l'avesse fatto.

L'incrocio di Il Mondo Nuovo e 1984 da', a mio parere la definizione più perfetta dell'asintoto post-fascista cui quella particolare forma di dittatura che si fa chiamare democrazia ci sta portando.
Non è una riflessione particolarmente originale ma è l'unica che mi viene in questi dieci minuti quotidiani che dedicherò, quando ne avro voglia, al blog.

Ah l'Egitto... provate a fare un esperimento. Mettete in un mixer:
1. Una striscia larga più o meno 30 km e lunga qualche migliaio all'interno di un deserto
2. Preparate con largo anticipo (3 o 4000 anni) un passato di potenza, fasti e vestigia monumentali
3. Inserite una popolazione di 80 milioni, facendola moltiplicare da 20 nell'arco di una cinquantina d'anni
4. Preparate uno strano mix di religioni monoteiste, ivi incluse residuali confessioni cristiane
5. Distribuite manciate di smartphone e collegamenti Internet, soprattutto ai ggiovani (le due g non sono un refuso)
6. Fatene un bastione dell'Occidente per una cinquantina d'anni, anche se non lo si deve sapere in giro
7. Preparate per tempo qualche "scaramuccia" con un vicino e diffondete per una trentina d'anni una retorica di potenza
8. Dosate petrolio e gas in modo che siano esportabili fino al 2012, poi no: il consumo interno prima di tutto
9. Aggiungete a piacere una penisola piena di storia e stranezza, un canale che permette di risparmiare qualche migliaio di miglia per le navi, una manciata di località turistiche
10. Aggiungete qualche elezione, una piazza in cui si dice tutto e il contrario di tutto e si esulta per un golpe militare come un anno prima si è esultato per l'abbattimento democratico dell'ultimo faraone.

Miscelate a piacere e versate in uno stato semi desertico.
Da gustare caldissimo...

PP Ah, dimenticavo! La retorica è esistita anche al tempo dei faraoni. A Kadesh ci fu una sonora sconfitta (o almeno una mezza sconfitta), anche se in Egitto si disse il contrario...